Val Biandino, gita di fine anno 2025

1 giugno 2025
Val Biandino, gita di fine anno 2025Scattata da Portofranco Seregno

«Ma voi chi siete?» ci hanno domandato al ristorante del rifugio, incuriositi dalla nostra improbabile compagnia.

In effetti, che fosse un po’ strana – scusate l’ardire – ci sta: dalla bimba di 9 mesi ai non rari settuagenari, con appresso un folto gruppo di ragazzi, qualche bambino, gente di mezza età e, per non farci mancare nulla, anche un cane; e poi i nostri tratti fisiognomici, che spaziavano dall’America Latina ai due lati del Mediterraneo per arrivare poi al Medio Oriente finanche all’Estremo Oriente; qualche donna velata, una con uno splendido abito della festa, ricco di colori e di fiori, altre esse stesse fiori. Ma, soprattutto, un mélange di persone liete, messe insieme da qualcosa che non è dato di intravvedere a prima vista, ma che può iniziare a svelarsi solo che uno te lo racconti o, meglio ancora, provando a parteciparvi. E così, grazie al Cielo, l’interrogativo si è posto.

«Chi siete?»: come rispondere speditamente, nel movimentarsi della sala da pranzo, a questa domanda benedetta? Siamo un piccolo segno di un grande bene presente; un bene non notiziabile secondo gli attuali standard della comunicazione, ma che c’è ed è diffusamente presente nel nostro tessuto sociale, come tanti ci hanno per esempio testimoniato recentemente al MIM. Nel nostro particolare, ci chiamiamo Portofranco, veniamo da Seregno, in Brianza, e facciamo … E Portofranco c’è anche a Milano (i nostri interlocutori erano di Milano) e c’è in giro in tante parti d’Italia. «Ah, che bello!» Sì, bello, è proprio così. Questa testimonianza del bene tocca il cuore della gente, è semplice da comunicare, c’è bisogno di diffonderla perché pochi la conoscono, mentre è un piccolo ma tangibile segno di speranza per tutti. E tocca anche, soprattutto, il nostro cuore; ma di questo se ne parlerà in altra occasione.

Raccontiamo invece cosa abbiamo fatto domenica 1° giugno: gita in Val Biandino, una traversa della Valsassina, valle sopra Lecco. Siamo in 49 più il cane.

Partenza in pullman da Seregno ed arrivo a Primaluna un’ora dopo. Là ci aspettavano cinque grosse jeep che in mezzora ci hanno portato su per un dislivello di mille metri, nella conca della Val Biandino. Arrivati, pausa al rifugio col quale avevamo preso accordi e poi passeggiata di mezzora fino alla Cappella della Madonna delle Nevi. Lì, con l’aiuto di Paolo, nostro professore di chimica ma anche grande appassionato di montagna, abbiamo appreso la storia di quei luoghi, abbiamo ammirato il Pizzo dei Tre Signori (con l’aiuto di un po’ di fantasia, essendo in parte coperto da nuvole), abbiamo scoperto la storia del miracolo della Madonna della Neve. A seguire, un breve commento di riflessione: siamo stupiti da un dato così bello ma che nessuno di noi e nessun uomo ha fatto o può fare, dato che evidentemente c’è e che inevitabilmente fa sorgere una domanda alla ragione ben impostata.

Dopo, ritorno al rifugio di partenza, pranzo nel rispetto degli orientamenti religiosi differenti (si gestisce senza nessun problema) e, a seguire, giocone a squadre all’aria aperta. Una cosa un po’ originale ce l’ha ispirata Papa Leone XIV° con la sua riflessione sul “contadino sprecone” a commento della parabola del buon seminatore, in occasione della sua prima udienza generale.

Ecco allora che abbiamo cominciato il giocone capovolgendo l’ordine convenzionale ed iniziando con le premiazioni per tutti (zainetto con kit offerto dalla Banca Profilo), perché la logica dell’amore non misura nessuno prima. Il giocone prevedeva varie prove di conoscenza, superate brillantemente dai ragazzi, fra le quali quella di “cultura generale” che consisteva nel riconoscere dalla loro immagine personaggi famosi, di oggi e di ieri; così abbiamo anche imparato, fra l’altro, a pronunciare correttamente il nome del presidente cinese grazie all’improvvisata lezione del nostro grande professore di matematica che si chiama Ming.

Al termine del giocone, ritorno al rifugio, discesa con le jeep, rientro in pullman a Seregno con un ritardo di un’ora sull’orario previsto, a causa del traffico stradale. Eppure, nel parcheggio all’arrivo, mi ha toccato il cuore notare che tutti si salutavano, ma poi indugiavano ad andarsene a casa. Proprio una strana compagnia!